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Come ormai quasi tutti sanno anche Windows 7 si appresta ad andare in pensione, con la fine del supporto da parte di Microsoft programmata per il 14 gennaio 2020.>br>
Facciamo dunque un po’ di chiarezza e cerchiamo di capire come comportarci in vista di questo importante cambiamento, dato che sono ancora molte le aziende, i professionisti, le Amministrazioni e i privati che utilizzano Windows 7.
Per farlo abbiamo scelto di trattare il “problema” da più punti di vista:
Fine del supporto
Claudia Bonatti, Device Sales Lead di Microsoft, ci ha illustrato come avverrà la fine del supporto di Windows 7 e come si stanno preparando le PMI italiane all’evento.
“Windows 7 è nato il 22 ottobre 2009 e per 5 anni è rimasto attivo il supporto mainstream, che permetteva di mantenere efficiente il proprio SO con aggiornamenti e nuove funzioni, mentre per i successivi 5 anni è stato possibile usufruire del supporto esteso, con patch e appunto supporto generale.
➡️ Dopo questo lasso di tempo il SO non viene più aggiornato e Microsoft stabilisce la fine del supporto o EOS (End of support) che nel caso di Windows 7 come detto è fissata per il 14 gennaio 2020.
➡️ Cosa succederà? In sintesi le conseguenze saranno queste:
Molte PMI italiane non sono pronte al cambiamento:
il 55% non ne è al corrente o non è preparata mentre solamente una
percentuale inferiore al 30% ha sviluppato un piano per gestire EOS. Se
aggiungiamo il fatto che il 50% delle PMI utilizza ancora Windows 7
possiamo capire quanto la diffusione di questo SO sia ancora molto
capillare.Un sistema operativo obsoleto è maggiormente esposto ai rischi, anche potenzialmente disastrosi se si pensa che 1 PMI su 5 che subisce un attacco è poi costretta a chiudere.
✔️ Perché quindi è essenziale passare senza timore a un nuovo sistema operativo come Windows 10? Ecco i motivi principali:
Implicazioni legali e GDPR
Cosa dice la legge nel caso in cui un’azienda, un professionista o un’Amministrazione pubblica che utilizza Windows 7 dopo il 14 gennaio 2020 subisca un attacco in cui vengano sottratti dati sensibili?
Lo abbiamo chiesto all’avvocato Riccardo Berti, componente della Commissione Informatica e DPO (Data Protection Officer) dell’Ordine degli Avvocati di Verona.
“Con l’avvicinarsi della deadline per la cessazione del supporto ufficiale a Windows 7, molte aziende si domandano quali siano le conseguenze in termini di responsabilità giuridica, nel caso in cui si decida di continuare a utilizzare questo sistema operativo dopo la fine del supporto da parte di Microsoft.
➡️ Le conseguenze di una simile scelta a livello giuridico sono molteplici, ma senz’altro quelle più incisive riguardano l’ambito privacy, la cui normativa impone numerosi requisiti di sicurezza in capo ai soggetti che trattano dati personali (ovvero sostanzialmente tutte le imprese).Sebbene la recente normativa europea in tema di privacy (GDPR – Reg. UE 2016/679) non prescriva esplicitamente l’obbligo di dotarsi di software aggiornati, la stessa contiene numerose disposizioni che rendono evidente un simile obbligo.
➡️ È davvero chiaro che ogni attività di trattamento di dati personali effettuata su software obsoleto sia illecita ai fini del trattamento privacy. Il fatto che il trattamento sia illecito comporta sia conseguenze sul piano amministrativo (con le pesanti sanzioni di cui agli articoli 83 e 84 del GDPR) sia sul piano del risarcimento del danno da lesione della privacy (articolo 82 del GDPR).
➡️ Per evitare il risarcimento infatti chi era in possesso dei dati personali deve essere in grado di aver fatto tutto quanto in suo potere per evitare il danno stesso. Pare scontato affermare che in una struttura privacy in cui i sistemi non sono aggiornati, dal punto di vista della sicurezza non si sia fatto molto per evitare il verificarsi di un danno.
È evidente che l’azienda che decide di non aggiornare il SO sarà direttamente responsabile
in caso di perdite di dati (anche non personali), inadempimenti e altri
danni causati dal mancato funzionamento del software o da attacchi
informatici subiti dopo il periodo di supporto ufficiale.
Scontato è anche il fatto che la responsabilità del fornitore del software (nel caso Microsoft) vengano meno in caso di falle nel sistema operativo quando il supporto per quella release è cessato.
Su un piano più generale non bisogna, infine, sottovalutare il fatto che se di un software esistono due versioni, una rivolta all’utente generico e una rivolta all’utente professionale, è opportuno che le aziende si rivolgano alla versione del software pensata per loro.
✔️ In conclusione, è davvero opportuno per le aziende programmare l’upgrade da Windows 7 passando a Windows 10 (possibilmente nella versione Pro o Enterprise), ovvero aderire al
programma Extended Security Update (ESU) per Windows 7, per garantire così sicurezza e liceità dell’operatività aziendale”.
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